(english version below)
È Stato Così di Natalia Ginzburg (pubblicato da Einaudi, 1947) è il primo libro della scrittrice dopo la fine della seconda guerra mondiale e l’uccisione del suo primo marito, Leone Ginzburg. Il libro è un romanzo breve e potrebbe essere considerato finzione femminista.
È la storia di una donna giovane. Inizia come storia d’amore – una storia di innamoramento. Ma compaiono ben presto i primi segni che questa storia non avrà un tipico lieto fine. Dal punto di vista della donna, il lettore sperimenta la disintegrazione sia della relazione sia dello stato mentale della donna, afflitta dalla gelosia e disperazione causate dal marito traditore e dai suoi assurdi affari e segreti. Il fallimento del matrimonio è ovvio sia per il lettore sia per i protagonisti, ma nello stato di disperazione la moglie è incapace di lasciare la situazione. Dopo anni o decenni di dolore, paura, solitudine e un soffocante senso di inferiorità, finalmente la protagonista si trova in grado di riprendere il controllo della propria vita.
È Stato Così inizia e finisce con l’uccisione del marito. La narrazione passa da flash-back a flash-back, ricostruendo la vita della protagonista e gli sviluppi che la portano al tragico fine. Natalia Ginzburg sottolinea la posizione subordinata e limitante della donna dell’Italia del dopoguerra nei regni dell’azione e del pensiero. L’emozione primaria trasmessa in questo racconto è la rassegnazione. Questo è ottenuto attraverso lo stile tipico della Ginzburg, che è semplice, diretto e veramente ridotto risultando in una presentazione onesta e lucida delle emozioni umane.
Secondo me, Natalia Ginzburg ha un talento incredibile per mettere sulla carta le sensazioni più crude e scomode e renderle digeribili senza mai correre il rischio di ridurle a insignificanti. In effetti, sembrano essere le più significative. La Ginzburg ha una osservazione precisa e il suo stile mi ricorda Hemingway. Ha un dono speciale per comprendere le relazioni umane e verbalizzarle perfettamente. Io raccomanderei È Stato Così tutti – immergersi nella lingua di Ginzburg è tempo ben passato.
The Dry Heart by Natalia Ginzburg (published as È Stato Così by Einaudi, 1947) is the writer's first book after the Second World War and the murder of her husband, Leone Ginzburg. The book is a short novel that might be considered feminist fiction.
It is the story of a young woman and begins as a love story - a story of falling in love. But it is clear from the start that this story will not have a typical happy ending. From the woman's point of view, the reader experiences the disintegration of both the relationship and her mental health, plagued by the jealousy and despair caused by her cheating husband and his absurd affairs and secrets. The failure of the marriage is obvious to both the reader and the protagonists, but overwhelmed by her desperation the wife is unable to leave the relationship. After years or decades of pain, fear, loneliness and a suffocating sense of inferiority, the protagonist is finally able to regain control of her life. The Dry Heart begins and ends with the killing of her husband. The narrative moves from one flash-back to the next, reconstructing the protagonist's life and the developments that lead her to the tragic end.
Natalia Ginzburg emphasizes the subordinate and constraining position of post-war Italian women both in their actions and thought. The primary emotion portrayed in this story is resignation which is achieved through Ginzburg's signature style: simple, straightforward and truly reduced, resulting in an honest and lucid presentation of human emotions.
In my opinion, Natalia Ginzburg has an incredible talent for putting the most raw and uncomfortable sensations onto the page and making them digestible without ever running the risk of reducing them to insignificance. In fact, she makes them appear most significant. Ginzburg has an incredible skill of precise observation in a style that at times reminds me of Hemingway. She has a special gift for understanding human relationships and verbalizing them perfectly. I would recommend The Dry Heart to everyone - immersing yourself in Ginzburg’s language is time well spent.
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