(english version below)
Andrea Camilleri è l’autore molto amato dei romanzi polizieschi sul commissario Montalbano (28 romanzi ed alcuni racconti, tradotti in 120 lingue). Il diavolo, certamente è un libro molto diverso da quei gialli popolari. È una raccolta di racconti, nata come esercizio di scrittura. Trentatré storie di tre pagine (manoscritte) – 333 perché 666 è il numero del diavolo “e non si discute sul fatto che mezzo diavolo è sempre meglio di uno intero.” Il progetto era iniziato come passatempo dello scrittore ma è stato pubblicato da Mondadori nel 2012. Si tratta di racconti di vita di tutti i giorni che iniziano come situazioni più o meno ordinari e che si risolvono in modi improvvisi, inaspettati e spesso assurdi.
Un partigiano messo in ginocchio da un topo. Un bambino che non può essere ucciso. Un tacco spezzato mette fine a una relazione ma ne fa nascere una nuova. Intellettuali in competizione. Un ladro gentiluomo. Molti coniugi infedeli. Un bambino che si libera dalla nonna tiranna… Trentatré protagonisti cadono nelle trappole del diavolo, che è – secondo Camilleri – “dove uno cerca di fare una certa cosa e all’improvviso c’è il granello di sabbia che arresta il meccanismo gigantesco.” Così falliscono uomini ricchi, santi e preti, donne innamorate (perché le donne di Camilleri raramente sono altro che innamorate?).
Mentre le storie sono tutte connesse nel modo in cui sono costruite sono anche chiuse in sé e si possono leggere in qualsiasi ordine e la brevità dei racconti rende il libro un opera di veloce lettura. Scritto nel tempo presente e con uno stile concreto e diretto, la lingua di il diavolo, certamente benefica di un’immediatezza che lo rende più coinvolgente. Tutto sommato però devo dire che non ero particolarmente entusiasta di questa raccolta di racconti. Il concetto di questo libro è interessante per alcune storie ma poi diventano presto ripetitive, imprecise e spesso noiose. Forse il gioco con trentatré storie di tre pagine ciascuna sarebbe dovuto rimanere un esercizio di scrittura privato per Camilleri di cui avrebbe poi potuto scegliere i migliori dieci o quindici da pubblicare.
Andrea Camilleri is the much loved author of the detective novels about Inspector Montalbano. Il Diavolo, Certamente ("The Devil, Certainly") is a very different book from those popular thrillers. It is a collection of short stories, born from a writing exercise. Thirty-three three-page stories - 333 because 666 is the number of the devil "and there's no arguing that half the devil is always better than a whole one." The project began as a private exercise for the author but was published by Mondadori in 2012. These are stories of everyday life which begin as more or less ordinary situations and are resolved in sudden, unexpected and often absurd ways.
A partisan brought to his knees by a mouse. A child who cannot be killed. A broken heel ends a relationship but gives rise to a new one. Several competing intellectuals. A gentleman as a thief. Many unfaithful spouses. A child who frees himself from his tyrannical grandmother ... Thirty-three protagonists fall into the devil's traps, that is - according to Camilleri - "where one tries to do a certain thing and suddenly there is the grain of sand that stops the gigantic mechanism."Thus, rich men, saints and priests, women in love (why are Camilleri's women rarely anything other than in love?) fail to reach their goals and find themselves in tricky situations.
While the stories are all connected in the way they are constructed, they are also closed themselves and can be read in any order and the brevity of the stories makes the book a quick read. Written in the present tense and with a sober, direct style, Camilleri's language creates an immediacy that makes it more engaging. All in all, however, I must say that I was not particularly enthusiastic about this book. The concept is interesting for a few stories but then they quickly become repetitive and often boring. Perhaps the game with thirty-three stories should have remained a private writing exercise for Camilleri, of which he could then have chosen the best ten or fifteen to publish.
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